PROGETTO TEATRO I.C. PUBLIO VIBIO MARIANO 2019
Là dove giocano i bambini è sepolto un segreto.
W. Benjamin
22 maggio 2019
Gli studenti della scuola secondaria di 1° grado, parteciperanno alla rassegna teatrale Concorso FATF (Franco Agostino Teatro Festival) a Crema con una rappresentazione dal titolo “Storia di un burattino”.
Meeting EDUCATA -MENTE
Programma del Meeting EDUCATA-MENTE
PREMESSA NECESSARIA
Nel proporre un progetto teatrale che abbia un senso per la scuola e contenga elementi di reale progettualità, ci è sembrato necessario partire da un bilancio delle esperienze compiute.
Crediamo, infatti, che partire da un consuntivo di quanto fatto fino ad oggi sia l’unico modo per approdare ad un dimensione nuova e di più ampio respiro.
Nel ripercorrere il lavoro di questi anni abbiamo preferito soffermarci non tanto sulle cose fatte, elencandole, ma su alcuni punti che contengono in sé le potenzialità del fare teatro-educazione a scuola oltre ad indicare le linee di un possibile sviluppo futuro.
Un breve inciso: di seguito si farà spesso riferimento al movimento del Teatro-Educazione. Esso è l’espressione del lavoro di vari enti come: ETI, ATG, AGITA, che credono nel valore pedagogico, educativo e formativo del teatro della scuola, nella scuola e per la scuola, quindi nella ricerca e sperimentazione che si concretizzano in special modo in alcune iniziative come: Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola (ATG) e Palcoscenico del Teatro della Scuola (ETI AGITA).
Il lavoro compiuto da tale movimento è stato riconosciuto a livello Istituzionale attraverso il protocollo d’intesa del Dipartimento dello Spettacolo, del Ministero della Pubblica Istruzione e dell’ETI, che ha sancito ufficialmente la valenza educativa di tale esperienza, impegnandosi a valorizzarne le attività da esso proposte.
Indichiamo di seguito, in modo sintetico, i punti che ci appaiono di maggior importanza per lo sviluppo di un progetto teatrale.
Primo: il percorso. Si è passati dallo spettacolo di fine anno, come principale preoccupazione, alla comprensione che il percorso teatrale deve essere al centro della riflessione e dell’agire teatro a scuola. In forme differenti, molti di noi hanno compiuto veri e propri percorsi che hanno permesso di sperimentare quanto il fare teatro-educazione a scuola possa essere una occasione di crescita globale del bambino (personale, sociale, culturale). Pensare il teatro a scuola come percorso educativo è di fondamentale importanza, perché inevitabilmente produce non solo un cambiamento radicale su come pensare e usare il teatro a scuola, ma anche su come la scuola stessa deve riconsiderare il proprio atteggiamento nei confronti del teatro.
Secondo: sperimentare. Nella modalità di pensare il lavoro si è passati da attività precostituite per giungere poi alla sperimentazione di forme nuove. Ciò ha permesso di confrontarsi con possibilità diverse di lavoro che comportano il passare ad una mentalità più aperta ed elastica. Infatti, servendoci del teatro e del suo linguaggio si è sperimentato, anche se in forma non compiuta, su aspetti che hanno conseguenze dirette sul fare scuola, trasformandolo in modo profondo, proponendo interessanti spunti di arricchimento per ciò che riguarda la stessa didattica.
Terzo: apertura. Con il tempo è maturata la consapevolezza di un’atteggiamento autocentrato, fine a se stesso e mancante di una visione futura, per giungere alla comprensione di dover maturare una mentalità caratterizzata dall’apertura, in primo luogo nel modo di approcciarsi al lavoro e secondariamente nei confronti della realtà interna al nostro Istituto ed esterna ad esso. In questo senso vanno lette le varie partecipazioni alle rassegne di teatro che infatti hanno permesso di dialogare e confrontarci con esperienze di altre scuole, oltre a farci conoscere ed entrare in contatto con quel movimento denominato Teatro-Educazione, il quale rappresenta il riferimento teorico- pratico ultimo di una realtà consolidata e riconosciuta a livello nazionale, divenuta punto di riferimento per il nostro stesso operare.
Quarto: essere protagonisti. L’aver conosciuto la realtà di cui sopra si è detto ha consentito, ad alcuni di noi, di passare dall’essere semplici fruitori di esperienze all’essere protagonisti e collaboratori di nuove iniziative. In particolare, ci sono stati interessanti momenti di contatto e lavoro con la Coop. T. Riciclo-Formello, con cui sono stati avviati progetti (Ragazzi in Scena, Fata di Natale, Gruppo studio e confronto con altri operatori teatrali) che, anche se per ora in via sperimentale, potrebbero vederci protagonisti di iniziative e progetti che coinvolgano il XX Municipio.
Quinto: extra-scuola. Inteso come possibilità di dare continuità ad un’idea, ad uno spazio formativo-educativo, attraverso cui stringere legami forti con i soggetti coinvolti (bambini genitori), e offrire loro e al territorio, almeno come segnale, una occasione di formazione continua, personale, culturale e sociale che sia parte di quella identità che dovrebbe caratterizzare la scuola rispetto al territorio.
Sesto: qualità. Intesa come tensione continua che dovrebbe animare costantemente il fare teatro a scuola. Qualità della riflessione che deve sostenere l’intero progetto, qualità degli obiettivi che si intendono raggiungere e dei mezzi-strumenti con cui si pensa di poterli raggiungere. Qualità del risultato finale, inteso sia come consapevolezza del percorso compiuto da parte dei suoi protagonisti, sia come capacità di conoscenza ed espressione delle regole del gioco teatrale, comprendendo che il divenire ed essere “attore di qualità” non è il risultato di una pura scelta estetica ma, al contrario, è frutto di una scelta formativa ed educativa precisa e consapevole.
QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO
I punti ricordati sopra ci hanno permesso di affinare le ragioni che devono essere alla base del fare teatro a scuola. In particolare, l’incontro con le realtà di cui si è detto ci ha consentito non solo di rivedere molte nostre posizioni, ma anche di scoprire che alcune opzioni da noi scelte erano rintracciabili in quelle esperienze consolidate a livello nazionale.
Nel descrivere il quadro teorico di riferimento vogliamo evidenziare come spesso, tra scuola e teatro non c’è un vero incontro e, conseguentemente, nemmeno una sintesi su cui fondare un’azione realmente educativa e formativa. Il teatro a volte è solo usato dalla scuola, riducendosi ad un mezzo privo di ragioni proprie e quindi svuotato di significato. Il problema dunque non sta nel teatro, ma nell’uso più o meno consapevole che la scuola ne fa. Conferma di ciò si trova nelle esperienze consolidate a livello nazionale, le quali sono riuscite a far incontrare scuola e teatro, senza piegare uno dei due termini rispetto all’altro, dando vita ad esperienze innovative e ormai affermate.
Anche per il quadro teorico di riferimento abbiamo preferito soffermarci solo su alcuni punti ritenuti fondamentali, questo per evitare il rischio di cadere nella retorica e nella consapevolezza che non di belle parole si tratta, ma di esperienze concrete e consolidate che possono essere replicate se ci si crede realmente, cosa che, almeno in parte, è già avvenuta nelle esperienze maturate da alcuni di noi.
- Aver ben presente che il teatro a scuola per trasformarsi realmente in un percorso educativo- formativo deve essere inteso nella sua complessità e non banalizzato. Esso è difficile e pieno di insidie in cui cadere è facile ed uscirne arduo. E’ facile cadere nella fretta, nella ripetizione, nella spettacolarizzazione, nell’auto elogio, nello
Facile è un uso solo strumentale del teatro, ripiegando su esigenze contingenti (soddisfazione alunni, genitori, docenti), perdendo di vista il perché del teatro a scuola, che invece richiede un percorso di faticosa riflessione, sperimentazione, verifica, insieme ad una trasformazione non solo degli attori del percorso (Istituzione, docenti, alunni, genitori), ma anche dei luoghi e dei tempi, intesi sia in senso simbolico che fisico.
- Il centro del percorso è il bambino e su questo centro deve convergere l’incontro scuola-teatro. Sembra ovvio affermare ciò, ma l’esperienza maturata insegna che così non è e che spesso il centro è rintracciabile in ragioni che con il bambino hanno poco a che
Mettere al centro il bambino significa far emergere le ragioni educativo-didattiche della scuola e farle incontrare con quelle del teatro, in modo da giungere ad una sintesi che metta il luce quanto il teatro può affiancare la scuola nel raggiungimento dei suoi obiettivi e arricchire la scuola stessa, trasformandola in molti aspetti, rendendola più efficace e di qualità.
Dare voce al bambino non solo all’interno dello spazio teatrale, ma a partire da questo, giungere a dargli voce entro lo spazio scolastico, rendendolo protagonista di quanto in esso avviene, recuperando temi, obiettivi che spesso il vortice delle cose da fare, in cui è intrappolata l’attività scolastica, porta a sacrificare per rispondere ad emergenze sempre più soffocanti.
- Il territorio, inteso come quello immediatamente vicino alla scuola, per giungere a quello più lontano e ampio. Ora, la natura pubblica del teatro può essere un mezzo per creare uno spazio di dialogo con il territorio che abbia come centro il teatro educazione a scuola. Il teatro, per sua natura, richiede di uscire dall’individualismo per entrare nella dimensione della collettività, del confronto e della condivisione. In tal senso, la partecipazione, ma anche la realizzazione di rassegne e altre iniziative, possono diventare lo spazio per discutere di educazione e quindi di scuola con il territorio e le istituzioni in esso presenti e ciò per riscoprire il senso profondo e il ruolo della scuola
- Ricerca, formazione, se educazione è conoscere e competenza e se l’individuo è in grado di conoscere solo ciò che riceve dentro di sé e ciò che ri-gioca, si comprende come il teatro può diventare un laboratorio di ricerca proprio sul fare educazione. In questi anni abbiamo sperimentato quanto il teatro possa aiutare chi fa scuola a recuperare quegli spazi di ricerca, di sperimentazione e di formazione che rendono il sapere attuale e non prassi precostituita, priva di energia dinamica e trasformativa. Il lavoro teatrale, per la sua natura, può essere paragonato ad una ricerca sul campo, che permette di riflettere e fare su aspetti cruciali dell’educazione e dunque del fare
UNO SVILUPPO FUTURO
Le idee sopra esposte sono il frutto in parte della curiosità e della riflessione personale, ma anche il frutto delle esperienze maturate che ci hanno permesso di entrare in contatto con la realtà del Teatro-Educazione diffusa e consolidata in Italia.
Proprio l’incontro con tale realtà ci ha permesso di acquisire conoscenze ed esperienze, ma anche di riconsiderare il cammino fatto per ampliarlo e arricchirlo ulteriormente.1
1 Ricordiamo alcune delle esperienze a cui in questi anni abbiamo preso parte. Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola. Serra S.Quirico – ATG. Palcoscenico del Teatro della Scuola. Assisi. ETI-AGITA-MIUR-Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La Macchina Teatrale. Rassegna Teatro Scuole di Roma. Rassegna di Teatro delle Scuole a Nord di Roma Formello. Coop. T riciclo Ragazzi in Scena, Fata di Natale.
Ora, proprio la partecipazione a tali esperienze ha prodotto in noi la coscienza da una parte delle enormi potenzialità contenute in ciò che stavamo sperimentando, dall’altra la necessità di un passaggio necessario per accedere ad una vera dimensione progettuale, non disperdendo quanto maturato in tanti anni.
Proprio quest’ultima esigenza ha messo in luce il fatto, da noi ritenuto fondamentale, che sia necessario, per realizzare un vero progetto, istituzionalizzare tale esperienza. Con ciò s’intende il riconoscimento da parte dell’Istituzione scolastica di questa realtà. Riconoscimento inteso come sentire, considerare e ritenere il teatro-educazione come parte essenziale di quella azione educativa che l’Istituzione scuola è chiamata a realizzare.
Solo riconoscendo questa realtà infatti, la scuola può avviare una vera riflessione sul tema. Non si tratta di decidere su aspetti secondari, ma su qualcosa che entra a pieno titolo nella identità stessa della scuola caratterizzando così la sua azione.
Realizzando tale passaggio si può accedere alla dimensione progettuale infatti, non può esserci progettualità vera se non c’è una consapevole scelta e una condivisione delle ragioni e dell’importanza che sottostanno a tale scelta.
Quindi, solo una scelta consapevole e condivisa a livello di Istituzione permette di passare alla progettazione e cioè alla discussione dello spazio che l’Istituzione intende dare a tale realtà in termini di investimento, di mezzi e strumenti e di possibili sviluppi.
Inoltre, se istituzionalizzare significa delineare bene le ragioni, gli obiettivi e il percorso con cui si intende raggiungerli, ciò significa anche poter verificare. Infatti, non potrà mai esserci una reale verifica se non si ha ben chiaro il perché, il cosa e il come si intende raggiungere un obiettivo.
Ma non solo, questo permette anche di uscire da quella terra di nessuno in cui molta parte delle attività della scuola vive per accedere alla dimensione conoscenza, condivisione, corresponsabilità e del bilancio. Passaggio necessario per iniziare a fare storia, a rendere conto di ciò che si fa e dei suoi risultati. Fare un bilancio di ciò che si è fatto non è un vuoto e formale relazionare su quanto compiuto, ma la possibilità di sedimentare e riflettere ancora su ciò che si è realizzato in modo da caratterizzarlo come patrimonio distintivo, identitario dell’Istituzione scuola.
ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO
Passando ora a descrivere il progetto vero e proprio c’è sembrato necessario dedicare un po’ di tempo alla sua articolazione.
Per prima cosa, si evidenzia come esso è pensato come progetto d’Istituto, prevedendo uno sviluppo che comprenda tutti e tre gli ordini di scuola. Crediamo, infatti, che un progetto teatrale d’Istituto possa contribuire a realizzare quella continuità educativo-formativa che la scuola persegue.
Continuità da intendersi come condivisione di una idea di scuola, di uno stile educativo e formativo, di un confronto e dialogo continuo tra i soggetti direttamente coinvolti e poi con l’Istituzione scuola per valutare e continuamente riprogettare.
In secondo luogo, abbiamo immaginato tale progetto articolato secondo uno sviluppo in tre momenti o cerchi concentrici che trovano il loro fondamento e ragione in tre idee centrali: educare al fare teatro, educare al vedere teatro e educare al riflettere sul teatro.
Primo momento: il progetto teatro nella nostra scuola. E’ questo il punto di partenza e proprio perché tale prevede che gli aspetti qualificanti il progetto siano chiari e condivisi da tutti. E’ impossibile costruire qualcosa se non c’è una identità di idee e azioni.
Secondo momento: teatro extra-scuola, formazione e ricerca. E’ questo uno spazio, per così dire, intermedio, che può mettere ancor più in comunicazione e dialogo la scuola e il territorio, attraverso l’arricchimento dell’offerta formativa della scuola (teatro extra-scuola), ma anche come spazio di formazione e ricerca che può avere due sbocchi, auto-formazione, formazione e ricerca interna all’Istituto e ricerca e formazione attraverso il confronto, la conoscenza e l’esperienza di soggetti e realtà esterne all’Istituto.
Terzo momento: organizzazione “Rassegna teatro”, consolidamento esperienza “Ragazzi in scena” e messa in cantiere di “Incontri/Convegni” su teatro e scuola. E’ questo lo spazio del confronto con il territorio inteso nel suo senso più ampio. L’obiettivo è quello di divenire protagonisti, insieme ad altri qualificati soggetti, di iniziative volte non solo a dare concretezza e visibilità al teatro- educazione, ma anche al creare spazi di confronto e dibattito con enti e soggetti interessati al valore educativo-formativo personale, sociale e culturale del teatro a scuola.
Ora l’articolazione del progetto secondo i tre momenti sopra detti poggia, a nostro avviso, sulle tre idee cardine che sono alla base del movimento del Teatro-Educazione.
Educare al fare teatro: con ciò si intende rendere i ragazzi, ma anche gli altri soggetti coinvolti, protagonisti di un percorso creativo di costruzione di nuove identità personali e sociali, capaci di ascolto e dialogo con l’altro, con il gruppo, con il territorio per giungere a mettere in gioco la “teatralità” del singolo, del gruppo e del contesto, così da immaginare prima e sviluppare poi nuove narrative che saranno raccontate, confrontate e discusse attraverso la rappresentazione.
Educare al vedere teatro: perché se è vero che vedere è un fatto fisiologico, è ancor più vero che saper guardare è un fatto psicologico e insieme sociale. Affinare la capacità di lettura, attraverso la visione di lavori teatrali, films, prove di altre compagnie, consente di poter prima riflettere, immaginare e poi realizzare la convinzione che un altro mondo individuale e sociale è possibile e che tutto ciò ha inizio dalla voglia e dalla possibilità di confrontarsi con se stessi, con gli altri e con il mondo.
Educare a riflettere sul teatro: come momento di sintesi dell’intero percorso. Hanno senso il fare e il vedere solo nella misura in cui questi potenziano le capacità di riflessione individuale e sociale, recuperando quella risorsa propria dell’uomo che consente di progettare e verificare continuamente la propria esistenza, dando un senso e una direzione ad essa.
In tal modo, la scelta di questa modalità di articolare il progetto si caratterizza come “laboratoriale”, indicando una volontà di apertura interna, nel senso di lavoro mai concluso, ma sempre suscettibile di cambiamento e innovazione, ma anche esterna, nel senso di accoglimento, ascolto del contesto e di incontro, dialogo con il territorio.
MOTIVAZIONI
Crediamo che un vero progetto teatrale nella scuola sia in grado di dare risposta ad una serie di fondamentali bisogni educativo-formativi, a cui la sola educazione scolastica “istituzionale” non sempre riesce ad arrivare. L’esplorazione e l’equilibrio tra esperire ed esprimere sembra essere l’elemento che caratterizza ciò che può apportare il teatro alla scuola.
L’esplorazione dei propri confini e potenzialità personali, l’esperienza e conoscenza della dimensione comunicativa e simbolica, la scoperta del momento scenico e dei suoi equilibri relazionali intra ed extra gruppali rappresentano i nuclei su cui si muove il teatro e contengono in sé gli enormi contributi che il teatro può offrire per una globale azione educativo-formativa.
Considerando la vastità e la complessità delle motivazioni che possono essere alla base della scelta di fare teatro a scuola per arricchirne l’offerta formativa, ne diamo, di seguito, solo un sintetico riferimento.
L’attenzione alla sensorialità e alla percezione, al corpo e al suo movimento anche vocale, il dare espressione a quanto attraverso il corpo si esprime, entrando in contatto con l’universo emotivo- affettivo, sperimentare l’enorme ricchezza comunicativa non verbale e verbale del corpo, apprendendo la complessità della comunicazione, competenza che richiede prima di elaborare personalmente un messaggio e poi di comunicarlo verso e per gli altri. La scoperta della dimensione simbolica che significa consapevolezza di ciò che si sente, si dice e si fa individualmente, ma soprattutto come gruppo, apprendendo a sentire con l’altro e ad agire con gli altri, comprendere che tutto ciò richiede prima un lavoro di approfondimento, ricerca e poi una sua espressione, non solo di una azione, ma soprattutto di un significato che è creativo e dunque capace di generare ulteriori possibilità di modificare lo spazio interno ed esterno, sia personale che collettivo. Ora, riflettendo attentamente su ciò che abbiamo brevemente descritto sopra, facilmente si scopre che ciò fa riferimento alla dimensione pedagogica che il teatro ha e può avere nella scuola e per la scuola, ricollegandosi in modo diretto a quanto la riflessione pedagogica ha proposto negli ultimi anni, proprio in funzione della scuola: problem solving, peer education, cooperative learning, ricerca- azione. Tutto ciò crediamo, ma molte altre riflessioni si potrebbero proporre, rappresenta il contributo che il teatro può dare, affiancando e arricchendo l’offerta educativa e formativa della scuola.2
Inoltre, considerando la realtà socio-culturale in cui opera il nostro Istituto, povera di spazi e momenti di aggregazione sociale e culturale, ci sembra che, attraverso il teatro, la scuola possa offrire una spazio qualificato per dare risposta a tali necessità.
2 Per approfondimenti si rimanda ad alcuni testi e siti: J.Grotowski, Per un teatro povero, Bulzoni, Roma 1970; M.Baliani, Pinocchio nero Giunti, Firenze1998; M.Savoia, Tutti giù dal palc, Salani, Firenze 1998; C.Baker, Giochi di teatro, Bulzoni, Roma 2000; G.Pini, L’animazione nella pedagogia teatrale, Armando, Roma 2006 www.teatrogiovani.eu
METODOLOGIA
Le esperienze maturate in questi anni ci hanno mostrato come la metodologia più stimolante e consona alla scuola sia quella laboratoriale.
Va subito chiarito che essa non deve essere confusa con uno spontaneismo improvvisato, ma al contrario, come spazio in cui il sapere si fa pratica, partecipazione e riflessione.
Il laboratorio, dunque va inteso come luogo e condizione di una ricerca protetta e appartata che indaga, passando attraverso l’uso del linguaggio teatrale, le dimensioni più profonde del sé, dell’altro, della parola comunicata, del sapere e quindi della educazione e della formazione, cioè di scuola.
In modo conseguente alla modalità scelta, ci sembra indispensabile prevedere:
ore di programmazione: si chiede che una parte delle ore di programmazione (2 mensili) siano dedicate al progetto. Questo per verificare l’andamento del progetto e rendere visibile quanto si sta svolgendo;
autoformazione: finalizzata a tutti i docenti interessati. L’obiettivo è quello di far conoscere in modo sempre più consapevole, attraverso una esperienza diretta, la complessa realtà del Teatro- Educazione;
formazione: facendo riferimento ad esperti e a corsi proposti dagli enti che fanno riferimento al Teatro-Educazione. Arricchire le conoscenze tecniche e le dinamiche proprie del teatro significa potenziare il sapere e le possibilità degli operatori, tendendo ad un uso sempre più qualificato e consapevole del teatro a scuola;
gruppo di confronto: raccogliere le esperienze presenti nel nostro territorio formando un gruppo di confronto, attraverso cui scambiare conoscenze, esperienze e progettare possibili iniziative comuni.
MODALITA’ ORGANIZZATIVE
Nel descrivere le modalità organizzative del progetto abbiamo tenuto presente i diversi ordini di scuola e le diverse competenze dei soggetti coinvolti.
Per la Scuola dell’Infanzia si pensa di iniziare coinvolgendo le sezioni dei bambini di cinque anni. Il progetto vedrà coinvolti i docenti della Scuola dell’Infanzia affiancati da alcuni docenti della Primaria che collaboreranno.
Nella fase iniziale, data la novità, si cercherà attraverso la riflessione e l’esperienza di giungere a codificare un percorso teatrale finalizzato al raggiungimento di obiettivi e fasi di lavoro adeguati a tale fascia di età, stabilendo anche i tempi e gli spazi necessari per svolgere le attività.
Per la scuola Primaria sulla base delle esperienze compiute e delle competenze presenti, due sembrano essere le modalità organizzative possibili: a) l’attività è svolta in prima persona dal docente di classe; – b) il docente della classe sceglie l’attività chiedendo la collaborazione di docenti esperti.
Altre condizioni organizzative indispensabili ci sembrano: a) possibilità di lavoro con gruppi che possano svolgere un percorso di 3/5 anni; b) stabilire con i genitori dei bambini coinvolti un patto formativo all’inizio del percorso, così da renderli corresponsabili del progetto in termini di impegni, iniziative e obiettivi; c) 3/4 ore curricolari di attività settimanale.
AMBIENTI
Il teatro ha bisogno di uno spazio definito primariamente fisico: infatti, esso diviene il contenitore entro cui le azioni e le esperienze possono esplicarsi e svolgersi; contemporaneamente esso diviene spazio mentale, perché grazie a tale spazio è possibile dare un senso, significato agli agiti che altrimenti resterebbero senza possibilità di essere definiti.
L’esperienza ci dice che lo spazio è questione che non può essere circoscritta attorno a semplici constatazioni di opportunità, ma essa contiene in sé il valore, l’essenza di ciò che poi verrà compiuto.
Riteniamo dunque che lo spazio più qualificato per svolgere l’attività teatrale intra ed extra scuola sia: la sala teatro (androne secondo piano) della scuola primaria sita in via Al Sesto Miglio.
Apportando alcune piccole modifiche (togliere palco-sistemare luci-pavimentazione-tende) si potrebbe rendere tale sala il luogo ideale per svolgere l’attività teatrale.
Per la scuola dell’Infanzia lo spazio che potrebbe essere utilizzato è la palestra e l’aula n°1 piano terra.
OBIETTIVI EDUCATIVO PEDAGOGICI
- Autocontrollo
- Attenzione
- Ascolto
- Autonomia
- Rispetto delle regole
- Socializzazione
- Collaborazione e promozione fiducia in se stessi
- Sviluppo conoscenza ed espressione delle emozioni
- Sviluppo modalità di confronto e collaborazione
- Sviluppo conoscenza di sé e dell’ altro
OBIETTIVI DIDATTICI
- Sviluppo capacità d’ascolto e di osservazione
- Conoscenza diversi stili e modalità narrative
- Conoscenza stili e tecniche di scrittura
- Analisi dei testi
- Coerenza linguistica
- Interesse alla lettura
- Analisi introspettiva di persone e situazioni
- Scoperta cosciente delle forme di comunicazione
FASI LAVORO
FORMAZIONE DEL GRUPPO:
- Attività di sintonia di gruppo
- Sviluppo dinamiche interpersonali
- Sviluppo attenzione ascolto e autonomia
SVILUPPO DELLA CONSAPEVOLEZZA:
- Esercizi con il corpo
- Esercizi con la voce
- Studio del ritmo
- Sviluppo della creatività
CONOSCENZA ED ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI:
- Osservazione delle emozioni
- Espressione delle emozioni
- Simulazione e assunzione di ruoli
MESSA IN SCENA:
- Scelta e sviluppo idea drammaturgica
- Uso spazio attrezzature musiche costumi
- Costruzione scene
- Rappresentazione finale
VALUTAZIONE
La verifica del lavoro svolto all’interno del laboratorio incentrata sulla autovalutazione sarà svolta con le modalità e gli strumenti ritenuti più idonei (griglie, questionari, diario, foto, videoregistrazioni). Al termine dell’anno sarà anche proposta una documentazione dell’intero percorso.
Docenti: Barbetta F. – Barbonetti M. – Caporicci C. – Montanari C -. Monterosso G.